Giusta distanza La teoria di Obama Sabato scorso la caccia statunitense ha lanciato un’incursione contro la fattoria al Nofali, vicino alla cittadina di Ajdabya in Libia. L’obiettivo era una riunione di elementi jihadisti. Si è parlato dei dirigenti di Ansar al Sharia e di Sufian bin Qumu, un esponente islamista collegato all’assassinio dell’ambasciatore americano Stevens. Il governo di Tobruk sostiene che sia rimato ucciso una figura di primo piano di al Qaeda quale Mokthar Belmokhtar leader del movimento Morabitun, che ha organizzato, nel 2013, la presa d’ostaggi all’impianto di In Amenas, in Algeria. Indipendentemente dalla verifica delle notizie, l’America interviene costantemente con la sua caccia in un’area estesa dall’Iraq, al nord della Siria, allo Yemen, fino alla Libia. E’ vero che non ha intenzione di inviare i suoi soldati sul campo ma nessuno europeo può permettersi di biasimarla, visto che dal 1916 al 2011 gli americani hanno combattuto per la libertà degli altri popoli ricevendo in cambio solo contestazioni. La teoria di Obama, la guerra dal cielo, non va da nessuna parte, ma almeno limita le perdite americane. Il mondo è abbastanza adulto per combattere da solo le sue guerre. L’Isis minaccia l’Europa? Siano gli europei ad affrontarlo se vogliono. L’America ci darà volentieri tutto il suo sostegno logistico, il supporto aereo e quant’altro, ma i marines restano a casa. Siamo ad un passo dall’isolazionismo ma cosa vi aspettavate? C’è ancora chi rimprovera all’America di aver buttato a mare un satrapo come Saddam Hussein. Lo jahidismo è una febbre che sfogherà in medio oriente, esattamente come il giacobinismo si sfogò in occidente tre secoli fa, il segno è opposto? Pazienza. La jahd è un problema molto più grave per l’America di quanto lo fossero il nazismo e il Vietminh, se non altro perché era difficile per un americano, farsi nazista o vietkong. Quando invece persino gli studenti ad Ottawa diventano jhadisti. L’islam, a contrario di nazismo e comunismo asiatico, è davvero universale. Per cui se l’America evita un impegno massiccio di uomini e mezzi contro una minaccia capace di addentrarsi anche dentro la sua popolazione, di certo non mobiliterà uomini e mezzi per una guerra che non la riguarda minimamente come quella regionale che coinvolge Russia e Ucraina. Nessuno pretende che Obama mandi i suoi uomini contro il califfo, ci mancherebbe, ma se mai pensasse di attaccare la Russia di Putin significherebbe che alla Casa Bianca c’è un pazzo con il botto. Cosa che possiamo escludere tranquillamente. Roma, 15 giugno 2015 |